Nota di lettura a “I morti di tutte le specie” di Silvia Secco
I morti di tutte le specie (Seri editore, 2021) è il quarto libro della poetessa vicentina Silvia Secco. Questo ha il potere di evocare delle sensazioni forti, a partire dalla…
I morti di tutte le specie (Seri editore, 2021) è il quarto libro della poetessa vicentina Silvia Secco. Questo ha il potere di evocare delle sensazioni forti, a partire dalla…
Quando si parla di letteratura abruzzese, inevitabilmente si pensa a D’Annunzio, Silone, tuttalpiù Flaiano, oppure, per i contemporaneisti estremisti, alla Di Pietrantonio, da poco giunta alla ribalta del grande pubblico con L’arminuta e Borgo Sud. Il romanzo di cui vi voglio parlare oggi invece appartiene a uno scrittore che, paradossalmente, è stato piuttosto apprezzato in vita, salvo poi essere un po’ dimenticato dopo la morte: Mario Pomilio (1921-1990).
(altro…)Oggi abbiamo il piacere di pubblicare una poesia di Elena L'assainato, che ha deciso di farsi avanti e farsi leggere per la prima volta con noi.
Proponiamo la lettura di Vittoria Paolilli a proposito della serie tv Penny Dreadful e del suo autore John Logan. “La decisione è stata presa qualche tempo fa, lo show per me è sempre stato Vanessa Ives e la sua lotta con la fede. Sapevo che, prima o poi sarebbe arrivata ad un punto di apoteosi, dove avrebbe dovuto accettare il suo Dio o negarlo. (…) Eva Green è la mia musa per questo show e Vanessa Ives è la mia musa per questo spettacolo. La sua storia doveva finire esattamente come è finita per me. Avrei voluto continuare a raccontare la sua storia per altri 10 anni? Sì, ma quello sarebbe stato un atto di malafede. La Lotta di Vanessa doveva finire in pace. E per quanto io amo gli altri personaggi e gli altri attori e questo show, il fulcro di esso era sempre Vanessa Ives."
DisamoreLasci intendere quello che non dicicon uno sguardo mancato, con il mutoresponso dei silenzi, con il pensieropiegato al suo volere contro il rifiuto:non è semplice dire di no all’amore.Infatti, a…
Il coronavirus ha invaso l’Italia. E noi? Cosa potremo fare? Le notizie si rincorrono. Faremo quello che in ospedale non possono più fare? Vorranno che allestiamo una rianimazione? Accoglieremo pazienti sani?”.
Davide Quadraroli torna con un articolo carico di spunti, che ci permette di immergerci in una realtà solo apparentemente lontana, che ci lascia ancora con qualche sospiro di memoria. «Chi è Liborio Romano? Costui fu un avvocato e un liberale pugliese del Regno delle Due Sicilie, nato a Patù nel 1793, anche se le Memorie posticipano di due anni la sua nascita, che a causa della sua partecipazione hai moti che infiammarono l’Europa nel 1820 e più defilatamente in quelli del 1848, subì da parte di Ferdinando II persecuzioni, diversi anni di galera e l’esilio in Francia.»
In questo nuovo articolo di Fresno ci siamo interfacciati con la percezione poetica di Sergio Rotino che rispondendo alle nostre domande ha alimentato la nostra curiosità: «Molto vien fuori da quello che ci rimane attaccato alla pelle e alle sinapsi attraverso quanto viviamo: letture, visioni, spostamenti. Quindi queste esperienze sono la “fedeltà alla vita”, in quanto carburante che permette alla macchina-poesia di poter accendersi e mettersi in cammino».
Niente sembra offrire una visione così chiara delle cose e della loro importanza quanto la privazione; paradossalmente, esse si manifestano nella maniera più evidente proprio quando diventano per noi inaccessibili. Così è stato anche per gli eventi dedicati alla poesia nei mesi di isolamento dovuto all'emergenza pandemica. E proprio in questo tempo è scaturita questa riflessione.
Come si crea un'immagine poetica? Che cosa rende poetico un verso? La risposta sembra risiedere negli accostamenti delle parole e nelle interazioni che ne scaturiscono – ma non tutti gli accostamenti risultano efficaci in questo senso. Quali sono allora quelli che funzionano? Lorenzo Fava prova a fornire qualche spunto.