Prima della notte
Col mio silenzio che parla
in forma di foresta
abbrevio il tempo
schiaccio il cuscino
là fuori è dentro:
l’io s’è perso tra capelli e colza.
Porto la faccia alla luna di ieri
metto metodo alle paure sul bagnato di Giugno
e più forte sogno
che quasi mi sveglio.
*
Misurata Mole
Ricordi le domeniche torinesi
distese sotto la nebbia
veniva dalla cucina l’odore del pranzo
nessun genitore a versare parole dolci
il divano, una finestra
ce li facevamo noi i nidi tiepidi.
Nella sabaudia che sa di ferro
la vita è tutta dentro:
fuori l’autunno si prende la scena.
Tu aspettavi la partita
i modesti rigori di uomini miti
salvadanaio di gioie infantili,
io ti guardavo con un occhio solo
l’altro scivolava nel sogno di un sole
che non chiede permesso a smog e formalismi.
Lì era sempre un misurare la luce
gli animi sotto i portici
nell’umidità, la mole dell’amore.
*
Dove vive la poesia
a Filippo Davoli
C’è un occhio nel tuo sentire
che va a capo
con la luce
sulle cose
senza dargli un nome
così restano libere di mutare.
Anche io vorrei fare parte
di quella primavera che fanno i poeti
quando si spingono spalle e mento
l’una di vicinanza fisica
l’altro per sostenere i pensieri.
Spesso lei
si disunisce in briciole sulla tovaglia
rotola tra la polvere per i corridoi
e noi, insieme, potremmo chiederci
dove torna poi a vivere.
*
[Credits immagine: illustrazione di Geoff McFetridge]